Ecco alcune start up italiane in crescita nel 2021

Che cos’è una start up

Il termine startup o impresa emergente indica una nuova impresa sotto forma di organizzazione temporanea o società di capitali, in cerca di soluzioni organizzative e strategiche che siano ripetibili e possano crescere indefinitamente. 

Una start up è quindi un’organizzazione recente, nuova e innovativa, che ha come obiettivo diventare una grande impresa, grazie a un business model scalabile e ripetibile.

Come emerge dalla definizione universalmente riconosciuta di Steve Blank, la scalabilità è un elemento caratteristico e indispensabile di questa tipologia di impresa. L’avvio di un’attività imprenditoriale non scalabile, come l’apertura di un ristorante, non coincide dunque con la creazione di una startup ma di una società tradizionale.

A livello finanziario, di solito le start-up attraggono inizialmente capitali da investitori privati per poi procedere, una volta maturato il modello di affari, anche ad una eventuale quotazione sui mercati finanziari.

Le start up italiane in crescita nel 2021

Di seguito alcune start up italiane particolarmente interessanti e con un mercato in crescita nei prossimi mesi del 2021

Casavo

È una start up milanese piuttosto recente, fondata dal giovane Giorgio Tinacci, e ha raccolto solo nei primi due anni (dal 2017 al 2019) circa 100 milioni di euro di investimenti.
Si tratta di una realtà che opera nel settore immobiliare, e più precisamente nell’ambito della vendita di immobili.
Il sistema Casavo consiste in una serie di passaggi semplificati che aiutano il venditore ad ottenere in tempi brevi una valutazione del proprio immobile, con l’obiettivo di ridurre il più possibile i tempi di permanenza in vendita dell’immobile stesso.
Con Casavo si può arrivare a concludere la vendita anche in soli 30 giorni. In cambio Casavo richiede uno sconto dell’8% sul prezzo dell’immobile.

WeSchool

La DAD o Didattica a Distanza è ormai entrata prepotentemente nelle nostre case e anche nel nostro linguaggio quotidiano da un anno a questa parte.

WeSchool è l’unica piattaforma italiana tra le tre suggerite per la didattica a distanza dal Ministero dell’Istruzione. Le altre due piattaforme sono di Google e Microsoft.
Nata durante il primo lockdown, la start up del 30enne Marco De Rossi è stata utilizzata da 1,1 milioni di studenti e docenti al giorno durante la prima ondata del Covid. A inizio agosto questo successo ha portato ad ottenere un investimento di circa 6 milioni e mezzo di euro.
Il team di WeSchool, inizialmente composto da 10 persone è oggi in espansione e continuerà a crescere nel 2021.

 

BIG Business Intelligence Group

Sostenibilità, innovazione, inclusività sociale, accessibilità e attenzione alla salute e al benessere. Sono queste le tematiche su cui si concentra la startup Business Intelligence Group, guidata da Gianni Bientinesi. Ed è proprio grazie a queste caratteristiche che l’azienda offre ai propri clienti un servizio molto differente rispetto al mercato.
Attiva da poco più di un anno, ha già collezionato importanti traguardi non solo in territorio nazionale, ma in tutta Europa. Selezionata da European Data Incubator tra le più brillanti startup in Europa sui Big Data per lo sviluppo di sistemi geo intelligence legati alla mobilità sostenibile, Business Intelligence Group è dunque oggi un punto di riferimento per i sistemi intelligenti di geomarketing attraverso l’utilizzo dei BIG DATA.
Nei mesi scorsi inoltre ha aperto una nuova sede di Direzione Marketing a Manhattan con l’obiettivo di sviluppare il mercato americano.

Roboze

Roboze è una start up di Bari che progetta e commercializza stampanti 3D per il settore automobilistico, energetico e aerospaziale.
La start-up, fondata da Alessio Lorusso, ha venduto nel 2020 una sua stampante del valore di 300.000 euro all’esercito americano, che la utilizzerà per stampare pezzi di ricambio.
Questa è stata la leva che ha portato Roboze ad aprire una sede direttamente a Houston. Per questo motivo è in continua crescita e sta assumendo nuove figure sia in Italia che negli Stati Uniti.

Gamindo

Startup trevigiana fondata da due ragazzi under 30, Nicolò Santin e Matteo Albrizio, ha come obiettivo la raccolta fondi per finalità sociali, utilizzando i video-game.
Come funziona?
I videogiochi di Gamindo sono realizzati per aziende che vogliono pubblicizzarsi; in questo modo le aziende ottengono visibilità attraverso i giochi e i giocatori possono fare beneficenza divertendosi. Gli enti non profit ottengono così donazioni e mantengono viva l’attenzione sulle loro campagne.
Il 2021, grazie anche a una campagna di crowdfunding lanciata sul portale Mamacrowd sarà un anno di crescita per Gamindo.

Se questo questo contenuto ti è piaciuto faccelo sapere scrivendo a [email protected] e continua a seguirci su www.businessintelligencegroup.it