Con iCub3 chiunque può prendere visione delle opere esposte alla biennale spostandosi nello spazio e interando con altre persone senza spostarsi dai laboratori di Genova, alla distanza di 300 chilometri. Come nei migliori film di fantascienza a muovere l’avatar robot è una tuta senso-percettiva indossata da un operatore.
La simulazione è stata organizzata all’interno del Padiglione Italia ‘Comunità Resilienti’, voluto dalla direzione generale Creatività contemporanea del Ministero della Cultura e curato dall’architetto Alessandro Melis.
Per mezzo di un sistema di tele-esistenza, i Cub fa un salto di qualità e diventa l’avatar fisico di un essere umano, comandato a distanza in ogni movimento, dal camminare all’afferrare oggetti, percepire stimoli, parlare con persone, con un ritardo di comunicazione di circa 25 millisecondi e utilizzando una comune fibra ottica.
La tuta dell’operatore si chiama ‘iFeel’ e permette sia di tracciare i movimento dell’operatore per trasmetterli al robot, sia di ricevere le sensazioni di tipo tattile, quando e dove il robot viene toccato. La tuta è stata progettata e realizzata dall’iit nell’ambito del progetto europeo AnDy e presentata con l’Inail al progetto ergoCub.
Fonte IIT: https://bit.ly/3ieAw0w
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