Maria Lucia Burriesci, Community Manager presso Ipsen, con altre dieci anni di esperienza nel settore della comunicazione e una solida formazione accademica, affronta i temi della comunicazione e della responsabilità sociale, che assumono sempre di più un ruolo centrale nel mondo delle imprese. Un’intervista ricca di spunti e riflessioni, che mette in luce l’importanza di un approccio integrato e responsabile nel comunicare l’innovazione e il progresso nel settore della salute.
L’intervista a Maria Lucia Burriesci per Business Intelligence Group
-
Potrebbe presentarsi e dire che ruolo ricopre presso Ipsen?
Sono Maria Lucia Burriesci e ho trasformato la mia passione per la comunicazione e il digital nella mia professione!
Lavoro nel settore della comunicazione da oltre dieci anni. Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione, ho conseguito il Master in Marketing Management presso la Fondazione ISTUD e ho lavorato in diverse realtà nazionali e internazionali, tra cui Ikea, Confcommercio Palermo e la Camera Municipal di Barcelos. Nel 2017, sono entrata a far parte del team di Ipsen, azienda biofarmaceutica globale riconosciuta come uno dei Best Workplaces Europe 2022, dove attualmente ricopro il ruolo di Community Manager, contribuendo attivamente alla definizione strategica della comunicazione, alle attività di patient engagement e alla Corporate Social Responsibility.
-
Di cosa si occupa nello specifico Ipsen?
Ipsen è una società biofarmaceutica globale con una lunga storia nel settore della salute. Fondata nel 1929 dal dr. Henri Beaufour, l’azienda oggi si occupa di ricerca, sviluppo, produzione e commercializzazione di farmaci innovativi in tre aree terapeutiche: oncologia, neuroscienze e malattie rare. La nostra missione, come azienda, è migliorare la qualità di vita delle persone che ogni giorno affrontano sfide importanti.
Con una presenza globale in oltre 100 paesi e una forte attenzione alla responsabilità sociale e alla sostenibilità, siamo impegnati non solo nel miglioramento della salute dei pazienti, ma anche nel contribuire positivamente alla comunità e all’ambiente.
-
In che modo la Corporate Social Responsibility (CSR) viene incorporata nelle attività di comunicazione e di coinvolgimento della vostra organizzazione?
Il benessere, inteso come responsabilità verso la comunità, è un elemento fondante della cultura di Ipsen, alla base del nostro “Focus.Together. For patients and society”. Questo impegno prende forma attraverso iniziative come il Community Day, una giornata istituita a livello globale durante la quale i team di ogni affiliata partecipano ad attività a favore dei pazienti, della comunità e dell’ambiente. Inoltre, promuoviamo costantemente una cultura aziendale inclusiva comunicando chiaramente i nostri valori e le nostre politiche attraverso eventi, workshop e campagne di sensibilizzazione volte a informare e coinvolgere i colleghi e la comunità su questi temi, per noi, cruciali.
-
Potrebbe raccontare una iniziativa o un evento in termini di Diversity and Inclusion e di CSR a cui Ipsen ha partecipato o di cui è stata organizzatrice?
Le persone di Ipsen provengono da circa 80 nazioni e parlano 55 lingue diverse.
Per noi, l’apertura mentale e il rispetto delle culture sono fondamentali per creare un ambiente di lavoro inclusivo, basato sulla comprensione reciproca. Con questa visione, ogni anno, dedichiamo un’intera settimana ai temi di Diversity and Inclusion (D&I), durante la quale tutta l’azienda è coinvolta in attività volte a confermare e accrescere il valore dell’unicità individuale. Inoltre, nel mese di giugno, supportiamo il Pride come momento utile per riflettere insieme su tematiche – purtroppo ancora attuali – come ad esempio le discriminazioni e le barriere che alcune persone possono incontrare durante i percorsi assistenziali.
Il nostro concetto di benessere, rivolto in primis ai pazienti, si estende anche alla società, intesa come ambiente, persone e governance, che noi racchiudiamo in un unico concetto brand concept: Generation Ipsen.
Con questa attenzione verso la comunità, negli ultimi anni abbiamo dato vita a una piccola foresta in Kenya, in collaborazione con Treedom, che oggi conta circa 700 alberi curati dalla popolazione locale; e – come accennato precedentemente – grazie al Community Day abbiamo avuto il privilegio di conoscere da vicino realtà d’eccellenza come Legambiente, con cui abbiamo sviluppato un’attività di Beach Clean Up, raccogliendo oltre 200 kg di rifiuti, e Banco Alimentare, con cui abbiamo realizzato dei pacchi alimentari preparati direttamente dai nostri colleghi.
Scusate, mi sono lasciata trasportare e credo di aver citato più di un progetto. Ma sono fermamente convinta che un agire responsabile debba riguardare tutti gli ambiti, dall’economia all’ambiente, dalla salute alla comunità.
-
In che modo promuovete i principi di sostenibilità in Ipsen e di Diversity Inclusion?
Per quanto riguarda la nostra impronta ambientale, abbiamo intrapreso un percorso volto a dare, attraverso azioni concrete, un reale contributo per invertire la rotta del cambiamento climatico.
Probabilmente, la decisione più impattante riguarda la conversione di tutta la flotta di auto aziendali in veicoli completamente elettrici. Si tratta di un vero e proprio cambio culturale volto a raggiungere l’obiettivo assolutamente sfidante di abbattere le emissioni di CO2 del 95% entro il 2025.
Se guardiamo poi all’ambito più prettamente legato al prendersi cura delle proprie persone, sono particolarmente orgogliosa di poter citare la certificazione della parità di genere, UNIPdR 125:2022, con specifici KPI inerenti alle Politiche di parità di genere nelle organizzazioni.
Un approccio davvero a tutto tondo, per promuovere comportamenti sempre più sostenibili e responsabili da parte di tutti, orientati al benessere delle nostre persone e della comunità.
-
Quali sono le potenzialità dei social e come possono essere usati per condividere best practice nel settore farmaceutico?
Immagino i social come una piccola finestra attraverso cui è possibile guardare dentro Ipsen e attraverso cui, noi di Ipsen, possiamo affacciarci sul mondo esterno. E credo che questo sia fantastico!
Abbiamo la possibilità di comunicare facilmente, in tempo reale, con tutta la comunità – in qualsiasi parte del mondo – e raccontare attività e progetti che possono essere utili o di esempio per altre realtà. E’ importante però precisare che, come tutti gli strumenti, i social devono essere utilizzati con competenza, trasparenza e in modo regolamentato, garantendo che il benessere di cui ci facciamo promotori sia sempre garantito. Tanta libertà, infatti, non può che andare a braccetto con una grande responsabilità del singolo – sia esso un individuo o un’azienda.
-
Per concludere qual è, secondo lei, l’evoluzione e il futuro del settore farmaceutico sui social media?
Ho piena fiducia nel potenziale dei social media. Credo che, con una regolamentazione adeguata, le aziende farmaceutiche potranno utilizzare sempre più i nuovi canali digitali per fornire informazioni accurate e aggiornate su patologie, trattamenti e innovazioni scientifiche, fronteggiando così la disinformazione e instaurando un rapporto diretto con la comunità.
Inoltre, l’adozione di tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale e l’analisi dei big data ci consentirà di personalizzare la comunicazione e l’interazione, per rispondere in modo rapido, a tutte le richieste degli utenti.
A livello aziendale, siamo consapevoli dell’importanza dell’aggiornamento costante e della conoscenza approfondita del nostro contesto ed è per questo motivo che tra le altre cose, abbiamo scelto di essere partner del progetto “Influenze, l’etica del contagio” la prima iniziativa che riunisce professionisti della salute, influencer, aziende, esperti e accademici per confrontarsi sul futuro della comunicazione nel settore salute. Un percorso volto a promuovere la salute digitale attraverso il monitoraggio costante dell’evoluzione dell’influencer marketing nell’area della Salute, fornendo dati e spunti di riflessione, utili a tutti gli stakeholder per definire strategie e comportamenti. Decisamente un’era molto affascinante in cui operare, sperimentare e garantire protezione e sicurezza perché quando si parla di salute non si può improvvisare!
Grazie mille, Maria Lucia Burriesci, per aver condiviso la sua passione, esperienza e visione. Il suo contributo è stato fondamentale per comprendere meglio il ruolo cruciale della comunicazione e della responsabilità sociale all’interno di Ipsen.
A tutti i nostri lettori, se siete interessati a rimanere aggiornati e volete scoprire di più sulle iniziative di sostenibilità, responsabilità sociale e innovazione vi invitiamo a seguire il nostro magazine dell’innovazione.