Il mercato farmaceutico in Italia è indubbiamente uno dei più redditizi di sempre, in particolar modo degli ultimi tempi. Ma quanto vale il mercato farmaceutico oggi, nell’era Post Covid, esattamente?
Il settore farmaceutico nel mondo: dati e previsioni
Negli ultimi anni il valore del mercato farmaceutico è rimasto invariato, con una leggera flessione (+1%) nel 2021. In termini di fatturato complessivo, ci si attende una significativa crescita nel 2022: si sfioreranno nei prossimi due anni i 35 miliardi di dollari.
Tra i Paesi al mondo in cui il mercato farmaceutico raccoglie più richiesta, troviamo al primo posto gli Stati Uniti d’America (35% della domanda globale) e al secondo posto la Cina (7% della domanda globale).
I numeri del mercato farmaceutico post Covid in Italia
La Pandemia per certi versi ha messo in crisi nera l’economia, ma per il mercato farmaceutico è fonte di guadagno. Tamponi, vaccini, farmaci: le case farmaceutiche sono in prima linea nella battaglia contro il COVID-19.
Tra il 2018 e il 2021 l’export farmaceutico italiano è salito del 41,2%. A muovere questa salita sono indubbiamente i vaccini: è BioNTech la società con maggiore crescita attesa nel 2021 in Europa, nel mondo è Moderna.
La BioNTech è un’azienda tedesca di biotecnologia e biofarmaceutica attiva nell’ambito della ricerca, sviluppo e commercializzazione di farmaci.
Nel gennaio 2020, insieme con Pfizer, azienda statunitense con la quale dall’agosto 2018 ha intrapreso un programma di ricerca volto allo sviluppo di vaccini anti-influenzali a RNA, ha iniziato lo sviluppo di un vaccino contro la COVID-19, poi battezzato BNT162b2; Il 9 novembre 2020, nella fase III di sperimentazione, viene comunicato che il vaccino ha mostrato un’efficacia del 90%.
Moderna è un’azienda statunitense che opera nel campo delle biotecnologie, particolarmente attiva nell’ambito della ricerca e lo sviluppo di farmaci basati sull’RNA messaggero (mRNA).Fondata nel 2010, ha sede a Cambridge (Massachusetts), è quotata al Nasdaq ed è inserita nell’Indice Russell 1000.
Il 16 novembre 2020 l’azienda ha annunciato la messa a punto di mRNA-1273, un vaccino a RNA per far fronte alla pandemia di COVID-19 del 2019-2021, per il quale ha dichiarato un’efficacia del 94,5%, lo 0,5% in meno rispetto al vaccino Tozinameran di BioNTech e Pfizer, rispetto al quale, però, è di più facile conservabilità.
Fonte: Wikipedia
Le aziende farmaceutiche italiane con più fatturato
Le aziende farmaceutiche italiane non quotate che si piazzano tra le prime dieci aziende europee nel settore per fatturato sono ben cinque.
Due gli esordi in Borsa nel 2020, per Labomar (Aim Italia) e Igeamed (Aim Italia Pro), e uno nel 2021 con Philogen al MTA, mentre tra il 2018 e il 2020 l’export farmaceutico italiano è salito del 41,2%.
In Europa è BioNTech la società con maggiore crescita attesa nel 2021 grazie al vaccino Comirnaty, ma a livello mondiale sarà superata da Moderna con il suo Spikevax.
Il M&A di maggiori dimensioni in Italia riguarda DiaSorin (attiva anche nei test per Covid-19) che acquisirà la rivale Usa Luminex per 1,8 miliardi di dollari.
Quali sono le prospettive per il futuro?
Dal Report The Global Use of Medicine in 2019 and Outlook to 2023 leggiamo:
Nel mondo, il mercato farmaceutico supererà il valore complessivo di 1,5 trilioni di dollari nel 2023 con una crescita CAGR (tasso di crescita annuo composto) compresa tra il 3-6% nei prossimi cinque anni.
In Italia si passerà da una spesa farmaceutica media di 34,4 miliardi di dollari nel periodo 2014-18, a una spesa di 40-44 miliardi nel quinquennio 2019-23.
L’arrivo sui mercati di prodotti innovativi e la contemporanea perdita di tutela brevettuale su determinati medicinali sono i due fenomeni che continueranno a guidare le dinamiche di mercato nelle aree più sviluppate. Elementi chiave della crescita, evidenzia il Report Iqvia, continueranno a essere gli Stati Uniti – un mercato da 484.9 miliardi di dollari – con aumenti previsti del 4-7% . E i mercati farmaceutici emergenti, con crescite del 5-8%. Nelle aree più sviluppate, i primi cinque mercati europei (tra cui l’Italia) cresceranno più lentamente (+1-4%), rispetto al 3,8% negli ultimi cinque anni, mentre la crescita del mercato giapponese – a quota 86 miliardi nel 2018 – passa da -3 a 0%. Un trend in parte dovuto a previsioni dinamiche nei tassi di cambio che mascherano un trend comunque favorevole per i prodotti brand nonostante un’avanzata dei prodotti generici.
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