In un mondo in cui si ritiene sempre più importante l’inclusione nei luoghi di lavoro, TIM si distingue per il suo impegno verso la creazione di un ambiente lavorativo che accoglie e valorizza le differenze. Andrea Rubera, attuale Head of Diversity, Belonging & Inclusion di TIM, rappresenta una figura chiave in questo percorso verso la parità di genere e l’inclusione sociale.
L’intervista a Andrea Rubera per Business Intelligence Group
Può raccontarci il suo percorso professionale e cosa l’ha portata a ricoprire il ruolo di Head of Diversity, Belonging & Inclusion presso TIM?
Ho iniziato la mia carriera in azienda molti anni fa, inizialmente occupandomi di comunicazione e successivamente di marketing. Parallelamente, ho sviluppato una forte sensibilità verso i temi dell’inclusione e della valorizzazione delle diversità, influenzata anche dalle mie esperienze personali. Nel 2009, ho avuto l’opportunità di entrare nel settore delle risorse umane e poco dopo di lavorare all’avvio del programma di diversity inclusion di TIM. Considero questa esperienza la più significativa della mia carriera perché mi ha permesso di immergermi profondamente in ogni processo aziendale, interagendo con numerosi colleghi e colleghe che hanno condiviso con me le loro vite e esperienze, contribuendo alla realizzazione di progetti sempre più avanzati per TIM. Credo fermamente che lavorare sulla diversità e sull’inclusione sia fondamentale per il benessere delle persone e per l’efficienza organizzativa complessiva.
Come si concretizza l’impegno di TIM nel costruire un ambiente di lavoro inclusivo e come mettete in atto questi valori?
Il programma di diversity inclusion di TIM è stato sviluppato nel tempo come un abito su misura. All’inizio abbiamo tentato di importare programmi adottati da multinazionali presenti in Italia, ma non hanno funzionato. La diversità e l’inclusione riguardano le esistenze delle persone e per questo nulla può essere adattato, ma tutto deve essere progettato a partire dai singoli contesti, inclusi quelli organizzativi. L’attuale programma di diversity e inclusion di TIM si basa su tre pilastri:
- L’emersione dei bisogni dal basso: le persone sono protagoniste dei loro bisogni e la competenza esistenziale è fondamentale per l’azienda nella progettazione delle iniziative.
- Valorizzazione dell’unicità: ogni persona è attraversata da molteplici diversità e non può essere etichettata unicamente per una di esse. Valorizzare l’unicità significa considerare la persona nella sua interezza, riconoscendo tutte le componenti della sua identità. Ogni individuo deve poter vedere riflessa nel contesto lavorativo tutte le sfaccettature della propria identità, contribuendo così con tutto il proprio talento allo sviluppo dell’organizzazione.
- Lasciare le tracce: significa essere vocali e decisi sull’impegno aziendale su questi temi, lavorando sui documenti dell’identità organizzativa (codice etico, carta dei valori, …) esplicitando in maniera chiara il posizionamento sui temi D&I, ma anche realizzando uno storytelling efficace all’interno e all’esterno dell’azienda, potendo contare anche sull’endorsement del management. Su questo il nostro AD Pietro Labriola ha dato una fortissima spinta e non ha mai mancato di rafforzare in ogni contesto il posizionamento aziendale.
In che modo TIM contribuisce all’azzeramento del gender gap?
Dal 2009 TIM ha avviato un programma significativo per la riduzione del gender gap. All’inizio ci siamo confrontati con numeri squilibrati, riflesso di una cultura italiana che vede le materie scientifiche e tecnologiche come dominio maschile. Abbiamo quindi individuato le aree principali di intervento e sviluppato soluzioni appropriate. Abbiamo lavorato su vari fronti:
- Linguaggi: con una campagna di formazione sulla comunicazione inclusiva.
- Molestie: varando nel 2020 una policy innovativa per la prevenzione e gestione delle molestie di genere, sessuali e del bullismo, con supporto psicologico, assistenza legale e la figura del “Person of Trust”.
- Bias di genere: avviando campagne di formazione e sensibilizzazione.
- Empowerment femminile: identificando colleghe di talento e sviluppando programmi di crescita per accedere a posizioni di responsabilità.
- Gender pay gap: lavorando sulla riduzione delle disparità salariali, partendo dalle posizioni manageriali fino a raggiungere le altre categorie, arrivando quasi all’azzeramento.
Ci sono delle campagne realizzate da voi legate alla gender equality?
Dopo aver ottenuto alla fine del 2023 la certificazione PDR:125 sulle pari opportunità di genere, ci siamo sentiti pronti a contribuire allo sviluppo di una nuova consapevolezza sui temi del gender gap e delle pari opportunità. È così nato il programma #LaParitàNonPuòAspettare, che integra tutte le iniziative di TIM sia internamente che esternamente all’azienda, offrendo uno spunto di riflessione all’intera società. Abbiamo anche lanciato una campagna pubblicitaria con lo stesso nome, coinvolgendo testimonial come l’atleta Sofia Goggia e nostre colleghe, culminata in uno spot televisivo diretto dal premio Oscar Giuseppe Tornatore, per sensibilizzare sul tema del gender gap in Italia e nel mondo.
Può condividere con noi alcune delle iniziative più significative che TIM ha implementato per promuovere la diversità e l’inclusione?
Vorrei citare tre iniziative principali:
- 4 Weeks 4 Inclusion: una maratona di eventi dedicati all’inclusione ideata nel 2020, che ha visto crescere il numero dei partner fino a 420 nell’edizione del 2023, con oltre 300 eventi in streaming live e on demand su 4w4i.it.
- Women Plus: un’app realizzata con numerosi partner per promuovere l’occupazione femminile, offrendo mentoring, matching tra offerte di lavoro e profili delle candidate, e-talk e molto altro.
- Disability management: in particolare il programma sulle disabilità sensoriali, che ha azzerato il gap di comunicazione tra i sordi e il resto dell’azienda, grazie a dotazioni tecnologiche avanzate e servizi di traduzione in lingua dei segni.
Ci sono progetti o programmi in corso o a cui aderirete in futuro?
Stiamo attualmente riprogettando il nostro piano di diversity & inclusion. Un tema su cui lavoreremo molto è quello delle generazioni: in azienda sono presenti quattro generazioni che devono tutte esprimere il massimo del proprio talento, valorizzando il proprio vissuto generazionale e il pensiero laterale. Vogliamo facilitare il dialogo intergenerazionale e ridurre i conflitti tra generazioni. Un altro tema rilevante è quello dei caregiver, una popolazione sempre più numerosa in azienda a cui dedicheremo attività specifiche per migliorare il bilanciamento tra vita e lavoro e valorizzare l’unicità di ogni persona.
Quali sono le sue aspettative e i suoi desideri per il futuro della diversità, dell’inclusione e dell’appartenenza in TIM?
Il mio più grande sogno è che ruoli come il mio non siano più necessari e che si arrivi a un punto in cui tutti i processi aziendali siano inclusivi fin dall’inizio.
Mi auguro che ogni organizzazione e team si ispirino ai principi del design inclusivo, creando un ambiente pienamente accessibile e inclusivo per tutti, senza che nessuno si senta escluso.