Il giornalismo del futuro
Il giornalismo del futuro sembra essere messo a dura prova a causa del continuo sviluppo dell’intelligenza artificiale, capace di offrire potenti e complesse tecnologie. Il rischio è quello che strumenti intelligenti come questi sostituiscano i giornalisti.
Ovviamente, è fondamentale osservare numerosi aspetti capaci di far comprendere cosa riserva il futuro.
Ad oggi, infatti, sono stati sviluppati sistemi incredibili come il Generative Pre-trained Transformer 3, sviluppato dall’organizzazione non profit OpenAI, uno strumento capace di generare testi a partire da zero.
Ed è proprio per le grandi prestazioni ed i risultati positivi ottenuti che sono moltissimi i giornalisti e gli esperti del settore che temono di essere rimpiazzati, chiedendosi quale potrà essere l’impatto di questi sistemi nel mondo del futuro.
La situazione italiana
Osservando la situazione italiana è possibile notare l’indagine, condotta nel 2017 dal Pew Research Center, riguardante la lettura e la fiducia dei lettori.
Ben il 75% degli intervistati reputa importanti le testate giornalistiche per la diffusione delle notizie ma, il 71%, non ha fiducia in queste.
Tra i differenti motivi spiegati, poi, vi sono:
- Il problema dello schieramento politico.
- I dubbi riguardanti l’oggettività dei giornalisti.
- Il metodo in cui gli articoli vengono scritti e pubblicati.
Questo punto di vista, inoltre, è condiviso anche dai giovani che ogni giorno popolano i social network, creando addirittura pagine o gruppi dedicati alla critica di alcuni articoli clickbait ritenuti non professionali.
L’intelligenza artificiale sarà una sostituta?
Analizzando la situazione è possibile comprendere se i sistemi di intelligenza artificiale regneranno nel mondo del giornalismo del futuro.
Un punto di vista molto condiviso è quello di Francesco Marconi, professore alla Columbia University a New York e capo del laboratorio media del Wall Street Journal e dell’Associated Press, trattato in “Newsmakers: Artificial Intelligence and the Future of Journalism”. Secondo la sua tesi, infatti, il giornalismo e tutto il suo mondo non sono al passo con quella che è l’evoluzione tecnologica e, proprio per questo, si dovrebbe trarre un maggior vantaggio da ciò che l’intelligenza artificiale mette a disposizione, creando nuovi metodi e modelli di business.
Sempre per il professore, dunque, gli innovativi sistemi di intelligenza artificiale dovrebbero essere di supporto ai giornalisti e non, al contrario, rimpiazzarli nel proprio lavoro.
Anche il sistema GPT-3 citato precedentemente, infatti, per quanto possa essere uno strumento di qualità, richiede il supporto dell’essere umano nella fase iniziale di ricerca delle fonti, nella revisione finale, e nelle istruzioni da rispettare per la stesura del testo.
Giornalismo del futuro: conclusioni
Per ottenere un buon risultato, dunque, il sostegno umano si rivela fondamentale. In questo modo, solamente il 10% circa dei giornalisti umani troverebbe un sostituto artificiale, grazie agli strumenti a disposizione.
Al contrario, invece, il compito dei redattori andrebbe ad orientarsi su contenuti in cui è necessario l’intervento umano come: interviste, approfondimenti, giornalismo sul campo ed analisi.
Ad oggi, infine, vi sono già alcune testate giornalisti che affidano parte del lavoro ai sistemi di intelligenza artificiale. Ad esempio, The Canadian Press utilizza sistemi tecnologici per la traduzione e la stesura di articoli su sport e meteo.
Sicuramente, sono ancora moltissimi gli aspetti da valutare e tanti altri ancora con un futuro non certo. Con certezza, però, l’intelligenza artificiale nel tempo continuerà a fare progressi. Proprio per questo è fondamentale comprendere come integrarla al meglio al lavoro dell’uomo.
In questo modo sarà possibile trarre benefici, senza sottrarre nulla al lavoro umano, con tutte le sue caratteristiche uniche.
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