Nonostante abbiano da poco compiuto 80 anni, sono in molti coloro che hanno scoperto le tre leggi della robotica in tempi relativamente recenti, leggendo alcuni dei racconti e dei romanzi di Isaac Asimov, uno degli scrittori di fantascienza più prolifici di sempre. Asimov è colui che ha utilizzato per primo il termine “robotica” nella letteratura di fantascienza. Riletti a distanza di anni i suoi libri vanno ben oltre la finzione e ci appaiono sempre più profetici.
Le celebri “Tre leggi della robotica” introdotte da Isaac Asimov in un suo racconto del 1942, “Runaround”, sono probabilmente tra le più note nel suo immenso panorama letterario
Asimov ha immaginato un mondo in cui i robot – simili a umani – avrebbero agito come servitori e avrebbero avuto bisogno di una serie di regole di programmazione per impedire di causare danni.
Le tre leggi nella loro versione originale sono le seguenti:
- Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
- Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge.
- Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.»
Ma negli 80 anni trascorsi dalla pubblicazione del primo racconto con le linee guida etiche delle leggi della robotica, ci sono stati significativi progressi tecnologici. Oggi abbiamo una concezione molto diversa di come possono apparire i robot e di come interagiremo con loro.
Alcuni ricercatori hanno recentemente sostenuto che nonostante le leggi di Asimov siano state ideate cercando di dare un valore morale all’intelligenza artificiale delle macchine per prevenire eventuali danni agli esseri umani, queste non sono così facili da interpretare.
Il settore eccezionalmente innovativo della robotica ha prodotto numerosi dispositivi che sono già presenti nelle nostre abitazioni. Pensiamo agli elettrodomestici autonomi come gli aspirapolvere o tagliaerba autoguidati. Ma pensiamo anche alla sicurezza o alla progettazione meccanica: dai droni fino a intere linee di produzione di fabbrica. Contemporaneamente, l’intelligenza artificiale e il Machine Learning fanno parte dello sviluppo di tecnologie che utilizziamo quotidianamente: quando facciamo una ricerca su Internet, impostiamo il navigatore dell’auto o meglio ancora l’autopilota di una Tesla o l’ordine da un ecommerce come Amazon. L’introduzione di applicazioni robotiche stanno lentamente ma inesorabilmente occupando ogni angolo della nostra società senza quasi accorgercene, dato che l’utilizzo di questi sistemi è oggi particolarmente intuitivo e non necessita di alcuna specializzazione.
Il settore della robotica subirà una accelerazione da 9 miliardi del 2016 ai 24 miliardi di dollari del 2022
Viviamo in un’epoca in cui assistenti robotici prendono il posto o affiancano personale infermieristico per l’assistenza e la cura degli esseri umani. Non solo robot pensati per prendersi cura di anziani o disabili, ma anche macchine progettate per fornire assistenza in caso di catastrofi ambientali .
Un esempio di ciò è il robot utilizzato da un progetto finanziato dall’UE per valutare gli edifici del patrimonio danneggiati nella città italiana colpita dal terremoto di Amatrice.
I “paradossi” delle 3 Leggi della Robotica
Le leggi di Asimov diventano più aleatorie se si considera lo sviluppo di droni militari diretti dall’uomo e progettati per uccidere altri umani da lontano. Paradossalmente, se un robot viene diretto da un controllore umano per salvare la vita dei suoi concittadini uccidendo gli umani che li stanno attaccando, si può dire che stia seguendo e violando la Prima Legge di Asimov.
Le leggi di Asimov continuano a rimanere appropriate se assistere una persona anziana in sicurezza è l’obiettivo primario del robot. Ma spesso la robotica si inserisce in una serie di tecnologie “assistenziali” che aiutano gli anziani ad essere indipendenti. Ciò significa consentire loro di prendere le proprie decisioni, comprese quelle che potrebbero causare lesioni a se stessi, ad esempio cadendo. Un robot che permettesse al suo umano di prendere decisioni indipendenti che potrebbero causare loro lesioni a causa della caduta infrangerebbe la Prima Legge per inazione per prevenire lesioni umane.
Ripensare le leggi della robotica
Le leggi di Asimov hanno influenzato gli sviluppatori di robotica per decenni, ma molti ora si stanno chiedendo se non sia venuto il momento di rivalutare la loro coerenza, e stanno ricenando a riscriverle in funzione delle nuove scoperte e innovazioni in questo settore in continua evoluzione.
Con queste premesse, un robot potrebbe operare solo all’interno di una sfera molto limitata e qualsiasi applicazione razionale delle leggi sarebbe altamente ristretta. Anche questo potrebbe non essere possibile con la tecnologia attuale, poiché un sistema in grado di ragionare e prendere decisioni basate sulle leggi richiederebbe una notevole potenza di calcolo. Una sfida per gli sviluppatori di software per applicativi di Intelligenza Artificiale.
L’obiettivo della ricerca sull’Intelligenza Artificiale dunque dovrebbe in questo caso essere orientato a sviluppare macchine in grado di pensare e agire razionalmente, come un essere umano. Finora, l’emulazione del comportamento umano non è stata ben studiata nel campo dell’IA e lo sviluppo del comportamento razionale si è concentrato su aree limitate e ben definite. Dati tutti questi problemi, le leggi di Asimov offrono poco più che principi fondanti per qualcuno che oggi voglia creare un codice robotico. Chi sviluppa questi sistemi dovrà relazionarsi con esperti di etica, di diritto e psicologi, per capire come applicare un insieme di leggi molto più completo e rispondendo alle necessità attuali, cosa non facile per le complesse implicazioni che ogni decisione potrebbe implicare.
Ci ha provato Frank Pasquale, docente alla Brooklyn Law School ed esperto di diritto di IA, ha scritto un libro dal titolo, “New laws of robotics: defending human expertise in the age of AI” (disponibile anche in ebook e pubblicato in Italia a giugno 2021 da Luiss University Press) in cui propone un aggiornamento e una revisione alle tre leggi della robotica di Asimov.
In questo libro senza precedenti Frank Pasquale ripensa alle leggi della Robotica introducendone di nuove per permettere alla rivoluzione digitale di non trasformarsi in una trappola senza ritorno per il genere umano.
Per Frank Pasquale è necessario regolamentare il comportamento di robot, intelligenze aumentate e intelligenze artificiali, soprattutto quando intervengono in ambienti legati alla salute, alla giustizia, al lavoro e ai conflitti (guerre comprese).
Lo fa secondo quattro principi che il ricercatore ritiene fondamentali:
- I sistemi robotici e le AI devono essere complementari ai professionisti e non sostituirli
- I sistemi robotici e le AI non devono contraffare l’umanità
- I sistemi robotici e le AI non devono intensificare una somma agli armamenti a somma zero
- I sistemi robotici e le AI devono sempre indicare l’identità dei loro creatori, controllori e proprietari
Frank Pasquale è professore di diritto alla Brooklyn Law School e autore di The Black Box Society: The Secret Algorithms That Control Money and Information. Il suo lavoro è apparso su testate quali Atlantic, New York Times, Los Angeles Times, Guardian.
Recentemente è stato intervistato dal Prof. Juan Carlos De Martin in un webinar nell’ambito della rassegna Biennale Tecnologia del Politecnico di Torino.
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