Tutte le principali economie del mondo stanno gareggiando per raggiungere una posizione di leadership nello sviluppo e nella diffusione delle tecnologie di intelligenza artificiale.
La Commissione europea e gli Stati membri hanno iniziato a lavorare insieme per massimizzare il potenziale dell’Europa di competere a livello globale su tecnologie innovative. Ha individuato aree di investimento e ha incoraggiato gli Stati membri a sviluppare visioni strategiche nazionali sull’IA. Di conseguenza, la maggior parte degli Stati membri ha adottato strategie nazionali per l’IA e ne ha avviato l’attuazione, gli investimenti nell’IA sono aumentati.
Tuttavia, quando si confronta la spesa dell’UE per l’IA con altre aree geografiche, come la Cina e gli Stati Uniti, l’Europa, nonostante la sua eccellenza scientifica, è in ritardo. Solo il 7% degli investimenti azionari globali annuali è destinato a queste tecnologie [fonte: European Commision]. Mentre a livello globale vengono spesi 25 miliardi di dollari per investimenti nell’IA e tecnologie blockchain, l’Europa investe solo 1,7 miliardi di euro.
Cosa fa l’Europa
Nell’anno appena passato sono stati numerosi gli interventi che esponenti dell’Università, della ricerca e della legislatura hanno rivolto al tema dell’intelligenza artificiale. Nell’aprile scorso ha per esempio visto la luce l’Artificial intelligence act, un regolamento europeo che vuole definire delle regole per l’intelligenza artificiale e che verrà discusso nella plenaria del Parlamento europeo questo autunno. A novembre si è poi discusso di strategia nazionale italiana, con la pubblicazione di un documento pubblicato nonostante una serie di intoppi di cui ha parlato ampiamente il sito formiche.net
Con l’intelligenza artificiale si possono svolgere compiti con più efficienza, guidare auto a guida autonoma, fornire migliori risultati online e rafforzare il business in vari settori. Tutti i paesi (non solo quelli più tecnologicamente sviluppati) si stanno dunque concentrando sull’adozione dell’IA per migliori opportunità e sviluppo futuristici.
Chi investe di più in Europa in Intelligenza Artificiale
In Europa chi investe di più nelle nuove tecnologie AI sono Germania, Francia, Svezia e Norvegia
La Cyber Valley tedesca (cyber-valley.de/en) ad esempio sta attirando investimenti internazionali e pubblicando documenti di ricerca sul Deep Learning più di molti paesi europei.
La Norvegia sta dimostrando il suo desiderio di superare il passato delle trivellazioni petrolifere e della pesca e acquisire alcune credenziali tecnologiche. Sebbene il paese abbia ancora molta strada da fare per diventare la potenza dell’IA, il programma di accelerazione lanciato nel 2017 con 11 milioni di dollari di finanziamenti per sviluppare la Norvegia come hub tecnologico sta dando i primi risultati.
In Svezia è stato condotto un sondaggio che ha dimostratore come l’80% dei residenti abbia manifestato interesse riguardo all’IA e ai robot, tanto da non vedere un pericolo per il paese sostituire i lavoratori umani con l’IA. Anche il sindacato e i lavoratori svedesi stanno dando un segnale positivo all’ingresso dell’IA poiché ritengono che migliorerà al massimo le competenze umane e otterrà un vantaggio competitivo nel mercato globale.
Il governo francese, invece, sta investendo 1,8 miliardi di dollari in ricerche sull’intelligenza artificiale per tutto il 2022. Le iniziative francesi legate all’introduzione dell’intelligenza artificiale nelle aziende aumenteranno le opportunità perché lo scopo del governo è far sì che le aziende private rilascino pubblicamente i loro dati per utilizzazioni a scopo sociale. Un certo importo di finanziamento sarà investito nella partnership di ricerca sull’IA con la Germania.
E l’Italia?
Il problema italiano sull’ecosistema dell’intelligenza artificiale porta con se tutte le problematiche tipiche di come vengono affrontati problemi analoghi nel nostro paese, con difficoltà competitive delle nostre imprese nel “fare sistema”. Difficoltà di diffondere e scambiarsi idee ed esperienze fra differenti settori produttivi. Inoltre c’è mancanza di seri finanziamenti che supportino le aziende che intendano investire. Mentre le università, che sono anche il nostro fiore all’occhiello internazionale, dopo aver formato menti eccellenti, vedono questi giovani venire assunti da aziende straniere con stipendi che qui in Italia non si sognerebbero neppure dopo 15 anni di carriera.
Proprio per questo c’è chi cerca di capire cosa è possibile fare per porre le basi di miglioramenti all’ecosistema di intelligenza artificiale nella nostra penisola.
È a questo proposito che 10 esperti italiani, con esperienza molto diversa, danno il loro punto di vista sull’approccio che l’Intelligenza Artificiale dovrebbe avere in Italia. Le loro riflessioni sono state raccolte in un documento digitale, che è gratuitamente scaricabile, intitolato Intelligenza artificiale. Idee e proposte per l’ecosistema italiano.
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