Economia circolare e sostenibilità al centro del business delle imprese.
Ad oggi hanno già aderito big come Lavazza, Skf, Reale Mutua, Blue Engineering, Confagricoltura e Unione Industriale di Torino
Superate le 230 adesioni al bando: industria, università, centri di ricerca e di competenza 4.0 e istituzioni piemontesi si sono unite per sviluppare a Torino, il Polo Nazionale della Mobilità Sostenibile e della Manifattura.
Sorgerà a Grugliasco (in provincia di Torino) il polo della sostenibilità e dell’economia circolare accanto alla città della Scienza e dell’Ambiente e si tratta di un progetto di «campus on company».
Un polo in un ottica di sviluppo di crescita intelligente e sostenibilità
Sviluppare un ecosistema attrattivo ed attraente di co-produzione della conoscenza, un centro di ricerca di riferimento nazionale e internazionale sui temi legati alla sostenibilità ambientale, all’economia circolare ed alla bioeconomia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Per queste ragioni è stato progettato il nuovo Campus Scientifico Universitario di Grugliasco.
Il progetto, frutto del Protocollo di Intesa tra Università degli Studi di Torino, Regione Piemonte, Città Metropolitana, Camera di Commercio, Politecnico di Torino e Comune di Grugliasco – finalizzato alla realizzazione di spazi per la didattica, per la ricerca, incubatori di imprese e spazi fruibili anche al pubblico – prevede un investimento di circa 160 milioni di Euro, importo finanziato dal Gruppo Intesa Sanpaolo.
“È perfetto per caratteristiche e tempi di realizzazione per partecipare ai bandi del Pnrr”, spiega Cristina Prandi, vicerettore di UniTo alla ricerca e coordinatrice dell’iniziativa.
“Lo scorso 4 novembre è stato fatto il punto del percorso avviato con il lancio del progetto che si è concluso con 237 manifestazioni di interesse. Una su cinque è stata presentata da grandi aziende, il 64,9% da piccole e medie imprese e ci sono le start up (11,9%). «Si tratta di un mix molto interessante perché il nostro obiettivo è di lavorare insieme a filiere di aziende». Più della metà delle imprese punta a lavorare sull’agroalimentare, il 65% su tematiche ambientali e poi energia e biotech”.
Adesso è iniziata la seconda fase, quella della firma del di un memorandum d’intesa che definisce le regole d’ingaggio. Ad oggi già aderito in 29. Dalla Lavazza alla Skf, dalla Reale Mutua a Blue Enginering da Confagricoltura all’Unione Industriale di Torino. L’Ateneo intende lavorare per step successivi, soprattutto per quanto riguarda l’edificazione. «Prima di costruire – spiega ancora la professoressa Prandi -vogliamo avere la certezza di quante realtà si insedieranno nel campus. Lavoriamo sulla sostenibilità e non possiamo certo immaginare di costruire una colata di cemento”.
L’Università punta ad avere una sostanziosa dote di fondi pubblici in grado poi di attrarre investimenti privati. Intanto è partito uno studio di fattibilità sulla governance del progetto che potrebbe essere una fondazione oppure un parternariato pubblico-privato.
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