In un mercato in cui la sostenibilità viene spesso annunciata ma raramente verificata, Feelera si distingue come una startup che fa della tracciabilità il suo valore fondante. Nata a Brescia dall’intuizione di Gianluca Mazza, Feelera sfrutta una tecnologia digitale avanzata per documentare in modo trasparente la storia dei prodotti alimentari, facilitando l’accesso a dati completi e chiari per il consumatore. In questa intervista, condotta dalla redazione di Business Intelligence Group, facciamo un viaggio alla scoperta del progetto di Feelera come promotore di un consumo responsabile e sostenitore della trasformazione delle filiere in ecosistemi realmente collaborativi e sostenibili.

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Intervista a Gianluca Mazza, CEO di Feelera: trasparenza e innovazione per una filiera alimentare sostenibile

Feelera

Come nasce l’idea di fondare Feelera?

L’esperienza con Altromercato, nel commercio equo e solidale prima e nel biologico poi, è alla base della nostra scelta di lavorare per facilitare la trasformazione delle filiere in ecosistemi collaborativi sostenibili.

Feelera ha l’obiettivo di mappare, documentare e comunicare le filiere responsabili e sostenibili. Quali garanzie chiedete ai vostri partner?

Il nostro approccio mette al centro visibilità e trasparenza. Garantiamo visibilità all’interno della filiera condividendo in tempo reale dati completi, aggiornati e affidabili tra tutti gli attori coinvolti. La trasparenza è fondamentale nel comunicare queste informazioni agli stakeholder esterni. Solo un approccio partecipativo e collaborativo può garantire l’autenticità delle informazioni, mentre la tecnologia funge da abilitatrice e facilitatore del percorso.

Feelera come può aiutare le aziende lontane dalla tecnologia e dai suoi strumenti?

Le tecnologie digitali, come il cloud, RFID, QR code dinamici e sistemi di tracciabilità, sono potenti abilitatori e acceleratori della transizione. Non a caso, l’UE parla di ‘twin transition’, poiché la transizione ecologica e quella digitale sono interdipendenti e devono avvenire simultaneamente. Tuttavia, le sole tecnologie non bastano; sono necessari servizi di accompagnamento che aiutino le imprese a realizzare un ecosistema digitale collaborativo, fondato sulla visibilità interna e sulla trasparenza esterna.

Quanto contribuisce una filiera sostenibile alla riduzione dell’impatto ambientale?

Studi recenti stimano che circa l’80% dell’impatto ambientale di un prodotto sul mercato sia generato dalla filiera che precede il brand che lo commercializza. La transizione ecologica richiede un passaggio dal livello della singola azienda a quello degli ecosistemi produttivi.

Secondo i dati dell’Osservatorio sulla Ri-Generazione condotto da BIG, il 30% degli italiani ha selezionato come prima priorità per il 2025 l’acquisto di prodotti Made in Italy. In che modo la tracciabilità della filiera influenzerà questa scelta?

Feelera intervista

Promuovendo e garantendo contemporaneamente le filiere territoriali come stiamo facendo insieme alla regione Friuli-Venezia Giulia con il Marchio “Io Sono FVG” e con il Polo Agrifood della regione Piemonte con il progetto SMAQ.

Sempre secondo l’Osservatorio sulla Ri-Generazione, per il 35,3% degli Italiani il risparmio sarà una priorità assoluta. Scegliere prodotti con alle spalle una filiera sostenibile può aiutare in questo intento?

Investire in sostenibilità oggi comporta costi che, nel commercio convenzionale, vengono riversati sulla collettività. Questa paga, ad esempio, per bonificare terreni e falde acquifere inquinate, ripristinare territori danneggiati e curare persone affette da malattie respiratorie causate dall’eccesso di smog. Inoltre, è fondamentale annullare il gender gap, favorire l’inclusività e combattere il caporalato in agricoltura. Questi sono costi nascosti che inevitabilmente colpiscono ogni cittadino.

Ritengo che le persone siano disposte a pagare un “premium price” per prodotti di aziende che minimizzano il loro impatto. Tuttavia, è essenziale che ci siano leggi che sostengano le produzioni virtuose e penalizzino quelle che non lo sono.

Secondo lei, quali saranno i dati più significativi che emergeranno dalla prossima rilevazione dell’Osservatorio sulla Ri-Generazione?

Mi auguro che emerga una ricerca di benessere meno individuale e più ‘sociale’, guidata dal desiderio di costruire relazioni umane generative, anche nel contesto lavorativo.

Antoine De Saint Exupery, nel suo capolavoro “Terra degli Uomini”, diceva: “La grandezza di un mestiere sta forse, prima di tutto, proprio nella capacità di rinsaldare i legami tra gli uomini: l’unico vero lusso sono le relazioni umane”.

Quale consiglio si sente di dare a chi vuole fondare un’azienda sostenibile?

Coraggio, osa! Sii audace. Evita il greenwashing e investi in nuovi modelli di business circolari e sostenibili. Oggi, investire realmente in sostenibilità è il modo migliore per creare valore e garantire un futuro migliore per i nostri figli e per il nostro pianeta.

About Feelera e Gianluca Mazza

Gianluca Mazza è il fondatore e CEO di Feelera, una startup innovativa con sede a Brescia, che si dedica a rendere tracciabili e trasparenti le filiere produttive, con un focus particolare sul settore agroalimentare. Feelera utilizza tecnologie digitali avanzate per raccogliere e condividere dati lungo tutta la catena produttiva, offrendo al consumatore informazioni verificate sull’origine e sostenibilità dei prodotti.

Prima di avviare Feelera, Mazza ha maturato un’esperienza significativa nel commercio equo e solidale e nel settore biologico, collaborando con Altromercato. Questa formazione ha contribuito a plasmare la sua visione di trasformare le filiere in ecosistemi collaborativi e sostenibili.

Feelera è stata riconosciuta come Società Benefit, impegnandosi non solo a generare un impatto positivo per la società e l’ambiente ma anche a sostenere obiettivi di crescita aziendale. La startup collabora con realtà territoriali come la regione Friuli-Venezia Giulia con il marchio “Io Sono FVG” e il Polo Agrifood della regione Piemonte nel progetto SMAQ per promuovere filiere sostenibili locali.

Oltre all’intervista per il Business Intelligence Group, per scoprire meglio il percorso e l’innovativa missione di Feelera, è possibile guardare un approfondimento video in cui Mazza condivide la visione e i traguardi della startup.

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