Leggi l’intervista a Matteo Beretta e Marco Baroli.
“Proteggere e colorare in modo sostenibile la casa e tutti gli ambienti per migliorare la vita di tutti” è lo “slogan” che compare non appena si accede al vostro sito. Qual è il significato profondo che sta dietro a questa dichiarazione?
“Quello che abbiamo provato a raccontare con questa mission è la volontà di muoverci dal concetto di prodotto tecnico, come può essere quello delle vernici per l’edilizia, ad un concetto di inclusività. I nostri prodotti infatti hanno lo scopo di rendere più accoglienti, piacevoli e belli gli ambienti in cui tutti noi abitiamo. Per questo motivo abbiamo puntato molto su una delle caratteristiche più significative per il nostro business: il concetto del colore. Il colore inteso a beneficio di tutti, che ha l’obiettivo di rendere accessibile e bello qualsiasi ambiente, un’opportunità quindi che deve essere data ad ogni utente, ad ogni consumatore degli spazi abitativi.”
Sostenibilità, innovazione, salute e inclusività sono i principali pilastri della casa del domani: cosa avete fatto, ma soprattutto cosa avete in programma di fare in futuro in questi termini?
“Sono sicuramente quattro elementi che si legano fortemente fra loro. A volte scelte di sostenibilità presuppongono obiettivi di innovazione e così via. Quindi sono quattro temi importanti ma che si parlano l’uno con l’altro.
Nello specifico, il concetto di sostenibilità che Cromology intende perseguire è legato a una comunicazione credibile che cerca di usare un tema molto frequente e comune, in una maniera differenziante. La linea che noi abbiamo intrapreso, in termini di sostenibilità, e sulla quale ci muoveremo per i prossimi anni, è sostanzialmente duplice. Quella più accessibile e più comune di sviluppo di prodotti sempre più sostenibili, quindi, prodotti sempre più a base d’acqua e sempre più realizzati con materie prime che limitino l’impatto della CO2. A questa si è affiancato un gruppo stabile di lavoro che si chiama CSA “Cromology Sustainable Approach” che, oltre alle tematiche di prodotto, sviluppa tutto quello che può essere inteso come sostenibile, vedi ad esempio semplici azioni di cultura e conoscenza da rivolgere verso i nostri dipendenti anche tramite i canali social su quelle che sono le buone prassi nel quotidiano per avere un comportamento sostenibile.
Per quanto riguarda il tema dell’innovazione, sicuramente quella legata ai prodotti ci caratterizza sia a livello Cromology Italia ma anche a livello di Gruppo internazionale, a seguito dell’ingresso di Cromology in DuluxGroup, quarto gruppo al mondo per la produzione di pitture e vernici. Per dare una sintesi di quello che noi intendiamo come innovazione di prodotto, più del 20% del nostro fatturato viene sviluppato da prodotti lanciati sul mercato nei precedenti tre anni. A questo concetto di innovazione tipicamente di prodotto e servizio, abbiamo lanciato sul mercato un concetto innovativo rispetto anche alla distribuzione, che è quello che poi ci caratterizza veramente.
Cromology Italia porta i suoi prodotti sul mercato principalmente attraverso la distribuzione, i negozi, i punti vendita; la strategia innovativa che noi abbiamo portato sul mercato, e che il mercato stesso ci sta iniziando a riconoscere, è quella di non assumere la semplice funzione fornitore quanto invece di mettersi al fianco del rivenditore per cercare di instaurare con lui un rapporto di partnership utile per comprendere come fare business nella sua area di influenza.
Questa storia noi l’abbiamo iniziata circa cinque anni fa con cambiamenti strategici che hanno imposto anche dei cambiamenti organizzativi, sia per le forze di vendita sia per i dipartimenti marketing, ma il mercato ci sta riconoscendo un elemento differenziante rispetto ai nostri competitori. Questa strategia è stata inserita e citata nella versione italiana dell’aggiornamento del manuale di marketing Kotler “Essentials of Modern Marketing” di cui Cromology, con questo suo approccio innovativo, è stata riconosciuta come una delle aziende più innovative lato marketing.
Per quanto riguarda la salute, anche questo è un tema sempre più preponderante anche per ciò che abbiamo vissuto per le vicende passate. È sicuramente qualcosa che noi stiamo implementando nei nostri prodotti. Cromology, infatti, sta sempre più spingendo verso prodotti che siano sostenibili sia per l’ambiente ma anche per la salute stessa. La salute e la sostenibilità sono due temi che Cromology cerca di combinare assieme. Questo perché se distribuiamo prodotti che sono rispettosi dell’ambiente allo stesso tempo stiamo anche tutelando la salute di chi abita nella casa. Caratteristiche specifiche di prodotti a emissioni ridotte, il forte utilizzo di certificazioni ecolabel e certificazioni A+ danno la credibilità di quanto un prodotto sia oggi adatto all’uomo e quindi compatibile con la sua salute.
Ovviamente al concetto di salute che, applicato al contesto abitativo significa rendere un ambiente adatto e accogliente per chiunque, associamo anche il concetto di inclusività. All’interno della nostra azienda, l’inclusività l’abbiamo interpretata come un processo che mira a rendere i nostri luoghi di lavoro accoglienti, psicologicamente e fisicamente sicuri. Rendere l’ambiente di lavoro sicuro è uno dei pilastri verso il quale le nostre strategie stanno proseguendo anche grazie al contributo del nostro nuovo azionista australiano.
Cromology, però, si impegna a garantire a tutti i suoi dipendenti anche una sicurezza psicologica rendendo ciascuno di loro libero di potersi esprimere e libero di potersi confrontare all’interno della propria azienda. Ci stiamo impegnando a portare questi concetti di inclusività anche all’esterno della nostra azienda, e lo stiamo facendo realizzando prodotti specifici che, una volta applicati, contribuiscono a rendere confortevoli gli ambienti di tutti e adatti per tutte le attività, facendo riferimento a quella polifunzionalità che la casa ultimamente ha cominciato a vivere, diventando non più solo casa ma anche palestra, luogo di lavoro, ufficio… Non dobbiamo dimenticarci, infatti, che la casa, più di ogni altra cosa, rappresenta il simbolo dell’inclusività e dell’accoglienza.”
I clienti come stanno reagendo a queste iniziative?
“La stragrande maggioranza dei nostri clienti sta apprezzando quello che stiamo proponendo e offrendo loro, non solamente in termini di prodotti ma soprattutto in termini di servizi. Questo perché i nostri clienti vedono in noi un fornitore che non solo si preoccupa di fornirgli dei prodotti o di occupare i magazzini, ma di affiancarli nello sviluppo del loro business e nel raggiungimento dei loro obiettivi. Quindi, oltre a strategie e azioni focalizzate sul sell-in affianchiamo ad esse delle opportunità per i nostri dealer di strategie di sell-in e sell-out che permettano loro di raggiungere i loro obiettivi.”
Cosa vi contraddistingue dalla concorrenza rispetto a questi temi?
“Cromology è stata la prima azienda che si è posta sul mercato con un atteggiamento credibile rispetto ai temi di sostenibilità e innovazione e le evidenze di cui abbiamo parlato prima mostrano questo ma soprattutto Cromology viene percepita come un partner che supporta e si prende cura dello sviluppo della propria rete di distribuzione.”
Quanto è importante per Cromology ascoltare i bisogni dei propri clienti, collaboratori, ecc.?
“Cromology ascolta tutti gli stakeholder della catena del valore attraverso delle strategie consolidate, ma un elemento di forte ascolto è sicuramente la strategia di partnership di cui abbiamo pocanzi parlato perché tutto parte dall’ascolto dei bisogni del cliente e dei suoi obiettivi. Sulla base di questi, conseguentemente, si elabora un piano di sviluppo per il rivenditore. Questo è l’elemento più caratterizzante e differenziante.
Ovviamente, il tema dell’ascolto non è rivolto solamente all’esterno e a tutti gli stakeholder ma lo stiamo portando anche all’interno dell’azienda con due iniziative. Una è legata alla definizione di un gruppo stabile che è stato lanciato l’anno scorso e che ha l’obiettivo di diventare la roadmap per le persone e dove stabilmente vengono condotti degli incontri per raccogliere gli input delle persone all’interno dell’azienda che poi verranno declinati in quella che è la roadmap dello sviluppo per le persone di Cromology, si tratta di un progetto strategico con un respiro triennale.
Accanto a questo c’è anche un’importante iniziativa che coinvolge sempre le persone dall’interno che si chiama “Cromology Voices” che punta a dare voce a tutti i dipendenti con l’obiettivo di far raccontare, proprio da coloro che l’azienda la vivono ogni giorno, quelle che sono le loro esperienze personali, le loro attitudini e i loro interessi. È un progetto che vede la pubblicazione di questi racconti sui nostri canali social, e che si basa sulla volontarietà, non c’è un’adesione costringente ma è fondato su scelte personali, nessuno ha obblighi e nessuno deve necessariamente comunicare se non si sente di farlo.
I contenuti, è importante sottolineare, sono contenuti scelti dalla persona e non richiedono un’approvazione prima della loro pubblicazione, è un racconto libero ed è proprio questo che rende speciale l’intero progetto che mette appunto la persona al centro. La cosa bella è poter scoprire cosa c’è dentro ogni persona, gli interessi, le passioni, l’entusiasmo e le potenzialità che non sempre vengono espresse sul posto di lavoro.”
Quali sono i benefici nell’investire in attività di ricerca?
“Sicuramente la velocità che il nostro mondo in generale e il mercato in particolare sta vivendo in questo momento impone la sempre maggiore necessità di informazioni. È proprio questo il concetto che ci spinge ad investire una buona percentuale degli investimenti marketing in attività di ricerca ma anche qui cerchiamo di guardare il nostro mondo nella sua interezza quindi non solamente rispetto ai nostri distributori ma andando ad intercettare quelli che sono i bisogni, andando ad analizzare, possibilmente e con determinazione, anche quei bisogni inespressi che possono essere tipici degli utilizzatori finali, siano essi privati o professionali, o degli influenzatori che nel nostro mercato sono architetti, ingegneri e geometri e distributori stessi.”
Abbiamo chiesto ad altri manager di fare un piccolo sforzo creativo e pensare ad uno slogan da regalare a BIG. Se dovessi pensare a uno slogan da associare a BIG quale usereste?
“Consapevolezza del valore dei dati e conoscenza della metodologia per arrivare ad essere consapevoli sul valore del dato toccando i temi del data driven e della decision intelligence.”
Ci piace riprendere un aforismo di Bohr che recita: «È difficile fare previsioni, soprattutto sul futuro». Cosa vi ispira questa frase?
“A me piace sempre dire che le previsioni per definizione sono sbagliate appunto perché sono delle previsioni. L’etimologia della parola stessa porta con sé il concetto che è un qualcosa che è diverso dalla realtà. Quello su cui noi cerchiamo di concentrarci, più che sul risultato della previsione, è sul processo, sul metodo che poi genera quella previsione perché è l’unica cosa su cui abbiamo il pieno controllo. Da qui il riferimento alle ricerche. Cerchiamo sempre di nutrire quanto più possibile con le informazioni quelle metodologie, che siano codificate o costruite ad hoc per il nostro mercato, che ci possano permettere di essere sempre più confidenti con il nostro metodo nel fare le previsioni più che con i risultati delle nostre previsioni.”