CorporateLiveWire assegna a Business Intelligence Group il premio INNOVATION & EXCELLENCE AWARDS.
Business Intelligence Group (BIG) continua a essere riconosciuto come l’istituto di ricerche di mercato più premiato d’Italia. A luglio 2024 CorporateLiveWire ha assegnato a BIG il prestigioso premio Innovation & Excellence Awards, consolidando ulteriormente la loro posizione di leader nel settore.
Il premio Innovation & Excellence Awards di CorporateLiveWire è un prestigioso riconoscimento che celebra il successo e i traguardi di professionisti e aziende leader in diversi settori. Questo premio è assegnato a coloro che si distinguono per essere orientati ai risultati, focalizzati sul servizio e, soprattutto, per aver adottato un approccio innovativo che dimostra prestazioni aziendali eccezionali. Il processo di selezione valuta come le aziende abbiano sfruttato processi, prodotti o idee più efficaci per trasformare il proprio settore, aumentare i profitti e offrire un servizio di successo. Vincere questo premio rappresenta un endorsement significativo della competenza e della professionalità di un’azienda, fornendo un vantaggio competitivo sul mercato.
(Corporate Livewire Innovation Awards)
Per questa occasione, abbiamo intervistato il nostro CEO, Gianni Bientinesi, che ci ha rivelato le principali tendenze nel settore delle ricerche di mercato per i prossimi anni. Di seguito, l’intervista. Buona lettura!
Gianni, innanzitutto, congratulazioni per questo ennesimo riconoscimento. Cosa significa per lei e per Business Intelligence Group ricevere il premio Innovation & Excellence Awards da CorporateLiveWire?
Ricevere un premio è sempre una grande soddisfazione. Quando questo arriva da un soggetto autorevole internazionale come quello che abbiamo ricevuto, lo è ancora di più. I premi come questi ti consentono di misurarti con realtà anche molto distanti da te e questo è molto importante per capire se il lavoro che viene fatto tutti i giorni ha un impatto positivo anche per gli anni a venire.
Può dirci quali sono stati i principali fattori che, secondo lei, hanno contribuito a ricevere tutti questi premi durante l’ultimo anno di attività?
I criteri per l’assegnazione del premio “Market Research Company of the Year” erano molti. A febbraio abbiamo ricevuto la comunicazione che eravamo stati selezionati per lo “sprint” finale. Nel mese di marzo abbiamo dovuto rispondere ad una serie di colloqui e fornire tutta una serie di documentazione che fosse significativa per poter accedere alla fase finale del premio. A fine aprile abbiamo ricevuto la notizia della vittoria. A luglio abbiamo ricevuto il premio. Quello che ci è stato riconosciuto è stata la nostra capacità di metterci in gioco attraverso progetti davvero molto sfidanti in un mercato difficile dominato dalle multinazionali. In questo senso possiamo dire che quello che ci ha fatto emergere nel panorama competitivo è stato quello di essere un piccolo gruppo di ricercatori, molto appassionati del loro lavoro che sono in grado di trovare quelle soluzioni creative che altre realtà non sono in grado di sviluppare. In questo caso il motto “small is better” calza molto bene.
Come pensa che questo nuovo premio influenzerà il futuro di BIG?
Il premio che abbiamo vinto fa parte di un percorso che abbiamo intrapreso già 5 anni fa. L’idea di provare a reinventare il mestiere del ricercatore di mercato ed il ruolo delle ricerche di mercato all’interno del processo decisionale è uno dei motivi per cui abbiamo intrapreso questa avventura professionale. In una epoca in cui l’automatizzazione, la tecnologia e la velocità sono gli elementi per poter vincere sul mercato, siamo convinti che ci sempre spazio per mettere al centro le idee rispetto alla tecnica. In questo senso, siamo davvero felici di aver ricevuto diversi riconoscimenti soprattutto da mercati internazionali dove la maturità di questo settore è molto più importante che in Italia. Questo ci fa pensare che il nostro futuro debba essere necessariamente quello dell’internazionalizzazione della nostra offerta.
Come vede il futuro delle ricerche di mercato in Italia e a livello globale?
Il mercato delle ricerche di mercato in Italia è stabile da diversi anni. Oggi vale poco meno di 1 miliardo di euro contro un mercato europeo di circa 30 miliardi dove oltre un terzo è fatto dai paesi anglosassoni.
Fare ricerca in Italia è difficile.
Fare ricerca di mercato è quasi una missione.
È chiaro che per una società come Business Intelligence Group è importante capire come crescere in modo organico focalizzando al massimo le risorse in quello che è il proprio core business. Il vero miracolo che stiamo realizzando è quello di valorizzare la conoscenza scientifica attraverso i talenti che provengono dalle Università Italiane per metterle a disposizione delle aziende per creare valore. Questo è il nostro punto differenziante e che ci sta portando a sviluppare progetti molto interessanti.
In che modo l’integrazione di tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale e i big data analytics ha influenzato i vostri processi di ricerca?
Come vocazione siamo una società che è sempre attenta alle innovazioni tecnologiche e soprattutto come queste possono portare benefici alle persone e alle aziende. Ad oggi offriamo servizi di analisi che utilizzano queste nuove tecniche di elaborazione e creazione di contenuti. Tuttavia, ci piace l’idea che il processo parti sempre da una idea di base e che poi possa essere messa in atto in modo più veloce ed efficiente grazie ai sistemi di intelligenza artificiale. Penso che quello che oggi sia un punto differenziante con il tempo diventerà un elemento imprescindibile. Proprio per questo il processo di selezione e formazione dei giovani ricercatori tiene conto di tutti e due gli elementi: capacità di innovare approfittando dei nuovi sistemi tecnologici.
Può condividere un esempio di come le vostre innovazioni abbiano aiutato un cliente a raggiungere i suoi obiettivi di mercato?
Tutte le nostre attività sono orientate a raggiungere gli obiettivi prefigurati dalle diverse aziende committenti.
Siamo un Istituto molto particolare.
Siamo quelli che vengono interpellati quando gli altri hanno detto che “non si può fare”. Noi siamo l’azienda del “Sì”, perché ogni storia inizia sempre con un sì (cit. Luftansa).
Proprio per questo il nostro lavoro è davvero molto interessante e ci dà la possibilità di venire a contatto con realtà sempre molto diverse e con delle tematiche sempre molto interessanti. Molto spesso ci penso e credo essere stato fortunato a svolgere un lavoro che mi dà la possibilità di essere sempre aggiornato anche prima di altri su quello che succederà nel futuro. Questo penso che sia un valore inestimabile per chi guarda in modo positivo quello che ancora dovrà o potrà succedere ma che ancora non si è realizzato.
Noi lo sappiamo prima di tutti.
Quali sono, secondo lei, le principali tendenze nel settore delle ricerche di mercato per i prossimi anni?
A mio avviso, al di là di un mercato che verrà dominato dai sistemi di reportistica automatica analizzando milioni di dati attraverso sistemi di machine learning ed intelligenza artificiale, ci sarà uno spazio sempre crescente per quelle attività che vanno ad indagare quelli che vengono definiti gli “small data”.
Come afferma Martin Lindstrom nel suo interessante trattato sugli Small Data:
«I Big Data offrono una soluzione preziosa ma incompleta».
L’assunto di base, su cui sono completamente d’accordo, è che le aziende con performance di successo sono oggi quelle in grado di cogliere meglio e prima delle altre le nuove esigenze delle persone. La conoscenza mirata dei bisogni del cliente è uno strumento utile per stare sul mercato, ma rendere felici le persone è tutto un altro mestiere. Più nello specifico, conoscere e comprendere le persone è indispensabile perché permette all’azienda di: sapere quali sono le sue idee, al di là del superficiale orientamento culturale stereotipato; comprendere i suoi bisogni arcaici ed inespressi (non manifesti); rispondere in tempo reale alle sue esigenze, ma soprattutto entrare in empatia; accompagnarlo nel suo sviluppo futuro.
Come promuovete una cultura di condivisione della conoscenza e innovazione all’interno del vostro team?
La condivisione è un aspetto fondamentale per il nostro lavoro. Nonostante lo smartworking sia una opportunità per poter collaborare con persone a distanza, ritengo che la presenza fisica sia sempre prioritaria soprattutto per chi deve iniziare a comprendere le dinamiche di questo mestiere. Il confronto continuo è alla base di questo lavoro. Inoltre, coinvolgere fin da subito le persone a sviluppare progetti in autonomia, penso che sia il miglio modo per far toccare con mano quelle che sono le problematiche del mestiere.
Quali consigli darebbe ad altre aziende che aspirano a raggiungere l’eccellenza e l’innovazione nelle ricerche di mercato?
Quando penso al concetto di eccellenza lo associo alla diversità.
Credo che oggi più di ieri, sia importante trovare la giusta chiave di lettura per essere in qualche modo unici nel proprio settore. Credo che, nonostante la massificazione dei gusti e dei consumi, ci sia sempre spazio per “personalizzare e democratizzare l’offerta”. In questo senso, sono convinto che in Italia ci sia ancora la possibilità di supportare realtà dinamiche ma meno strutturate e che possono apprezzare il vero valore aggiunto della conoscenza e comprensione delle dinamiche dei loro mercati di riferimento. La nostra vera soddisfazione è poter apprezzare come il nostro supporto possa essere utile per lo sviluppo sul mercato di una idea imprenditoriale.
Anche perché “Il momento migliore per piantare un albero è vent’anni fa. Il secondo momento migliore è adesso.” (Confucio).