Walter Rolfo ripercorre il suo percorso professionale e personale, dalla magia all’ingegneria, dalla psicologia alla comunicazione aziendale. La sua storia ci insegna che la felicità è una scelta consapevole che richiede impegno, dedizione e la volontà di realizzare l’impossibile.

Walter Rolfo ci svela i segreti del suo modello GAPS, un acronimo che racchiude i quattro pilastri della felicità: Godersela, Accogliere, Sognare e circondarsi di Persone che ti fanno stare bene. Attraverso questo modello, Rolfo aiuta aziende e individui a costruire una vita più felice e appagante.

La felicità è un percorso che possiamo scegliere di intraprendere ogni giorno ed è qualcosa che tutti possiamo raggiungere a prescindere dalle nostre possibilità economiche e sociali. Con le giuste strategie e il giusto atteggiamento mentale, possiamo tutti raggiungere la felicità che desideriamo.

Buona lettura!

L’intervista a Walter Rolfo sulla felicità per Business Intelligence Group.

Benvenuto Walter, si presenti ai lettori di BIG e ci racconti il proprio percorso aziendale e di vita fino ad oggi.

Buongiorno! Sono Walter Rolfo e sono nato come mago e prestigiatore; poi mi sono involuto ingegnere e ho continuato la mia evoluzione in Rai dove gestivo programmi e trasmissioni. In seguito, mi sono laureato in psicologia per mettere pace alla mia professione tra mago e ingegnere e oggi ho una società di comunicazione dove insegniamo alle aziende a realizzare l’impossibile. Soprattutto abbiamo capito che realizzare l’impossibile passa attraverso collaboratori felici, coinvolti ed entusiasti con i quali costruire percorsi virtuosi insieme che portano al successo e alla soddisfazione delle aziende ma soprattutto al successo e alla soddisfazione personale delle persone che collaborano con noi e alle aziende.

Come si è avvicinato e appassionato alla magia?

È la magia che ha scelto me in realtà. Ho iniziato sin da bambino a 9 anni e mezzo e per caso, e come tanti giovani maghi giorno dopo giorno mi rendevo conto che la magia mi appassionava sempre di più. Fino a quado un giorno ho fatto un gioco di prestigio a mia nonna e l’ho fatta sorridere. Quella volta sorrise un sacco, allora dissi: se facendo magia riesco a far sorridere le persone e le rendo felici nella ita voglio fare qualcosa per rendere felici gli altri stupendoli ed emozionandoli.

Cosa significa per lei la parola felicità? Essere felici è una scelta?

La felicità è una scelta da fare consapevolmente. Non è gratis e non è una scelta facile, perché la felicità presuppone impegno, dedizione e volontà di essere felici. Penso che dipenda da noi e le prove sono infinite. Dalle ricerche più autorevoli di Harvard, all’Università della California, a tutte le università più grandi del mondo, fino alle evidenze statistiche. La vita non è speciale quando ci regala momenti di felicità ma quando reagiamo nel modo giusto a quello che ci accade e come reagire dipende da noi. Non significa che è bella ma che noi possiamo vederla e sceglierla come meravigliosa.

La felicità può essere insegnata?

Inizio con un progetto insieme al Politecnico di Torino dove abbiamo creato una challenge che parla di felicità, una specie di ingegneria della felicità e abbiamo capito insieme a Patrizia Lombardo che la felicità è difficile da rendere univocamente definita per tutti ma ha due peculiarità. La prima è che, se tu mi dici di essere felice, io so esattamente come tu ti senta e la seconda è che, anche se non so definirla si può misurare. Questo perché matematicamente o ingegneristicamente si può misurare tutto e nel momento in cui posso misurare qualche cosa posso iniziare a cambiarlo con delle azioni oggettive. Il percorso iniziato al politecnico ci ha quindi portato a razionalizzare la pubblicità e a trarre degli strumenti concreti per poterla cambiare. Ciò può essere applicato alla singola persona, ad una azienda o ad una nazione.

Come possiamo costruire la felicità ogni giorno?

Il modello che abbiamo creato si chiama GAPS, un acronimo che indica 4 fondamenti della felicità:

G come godersela, perché molte volte diamo per scontato quello che viviamo quindi il primo segreto è imparare a godersi quello che viviamo senza sprecare emozioni e vita. È un concetto che si avvicina alla gratitudine ma più profondo perché molte volte si deve razionalizzare che si è molto più felici di quello che pensiamo.

A come accogliere, prendendo consapevolezza che la vita non va sempre bene e che felicità e tristezza convivono insieme per questo dobbiamo goderci quei momenti di felicità che abbiamo.

S come sogni, perché la felicità si basa sulla capacità di sognare e creare progetti fantastici, che ci motivano a darci obbiettivi importanti che diano un senso alla nostra vita e quindi lavorare sul concetto di immaginare futuri e costruire sogni per realizzare questi futuri.

P come persone, ovvero scegliere le persone giuste con cui condividere la vita e con cui affrontare il nostro cammino avendo il coraggio di eliminare dal nostro cammino le persone che non ci fanno essere felici ma allo stesso tempo avere la forza di valorizzare le persone importanti per noi.

Come imparare ad essere felici?

Tutto parte dalla consapevolezza dell’allenamento alla felicità, quindi partire dal presupposto che è un percorso scelto con consapevolezza affrontando dei passi precisi e prendere coscienza che siamo gli unici veri arbitri dei nostri stati d’animo. Non vuol dire che la nostra vita è perfetta ma approcciarci con il giusto stato d’animo.

Qual è il migliore insegnamento che si trova all’interno del suo libro “l’arte di realizzare l’impossibile”?

Che c’è sempre un’altra strada. Molte volte utilizziamo la parola impossibile perché è un alibi. Il più grande insegnamento è che l’impossibile è un limite della nostra mente e credere che nulla è impossibile è il primo passo per realizzare l’impossibile.

Quale è, secondo lei, il modo per non abbattersi di fronte alle sfide che si pongono davanti ogni giorno?

Avere consapevolezza che c’è sempre una soluzione e credere che quello che ci capita possa essere cambiato da noi perché ti dà coscienza nei momenti in cui pensi non ci sia soluzione e pensi che il primo a doversi rimboccare le maniche sei tu.

Può dirci qual è lo scopo e cosa vuole trasmettere alle persone durante gli eventi?

Fondazione felicità

Fondazione felicità

Io credo molto nei sogni, per questo credo si debbano fare sogni grandi per due motivi: perché si possono temporizzare e perché sono condivisibili e trovi tante persone con cui realizzarli insieme. Io sono grato alla vita e credo che ciò che facciamo è aiutare le persone a costruire aziende migliori, più felici ed efficienti e le persone felici performano meglio perché è la felicità che porta il successo. Avere un approccio positivo alla vita rende la tua vita migliore.

Quindi noi aiutiamo e insegniamo alle aziende a essere migliori attraverso manager e collaboratori migliori. Mentre con la Fondazione della Felicità abbiamo deciso di regalare formazione a chi non se lo può permettere perché tutti noi abbiamo diritto ad essere felici a prescindere dal ceto di appartenenza. Per questo regaliamo formazione e strategie di felicità a tutti gli studenti d’Italia attraverso eventi.

Il percorso è nato con Generali Italia e si chiama “vite e storie di felicità” per cui ci sono persone che raccontano come abbiamo consapevolizzato alcuni eventi della propria vita e li abbiano trasformati in strategie di felicità. Perché la vita di tutti è semplice, ha alti e bassi e si deve imparare ad apprezzare i propri successi.

Imparare a reagire ai momenti più difficili è forse una delle migliori lezioni di felicità. Ma l’evento ha anche un aspetto rivolto agli adulti perché molte volte non si possono migliorare ragazzi e ragazze se prima non migliorano i genitori. Con i giovani e gli adulti creiamo una sinergia che porta le persone ad essere più felici, le aziende ad essere più felici, la società ad essere più felice e la nazione ad essere più felice.

Per concludere, una frase o uno slogan che racchiuda il concetto di felicità.

La frase è: Scegli di essere felice.

Il tema della felicità va sempre trattato con delicatezza perché ci sono persone che soffrono e ci vuole tanto rispetto per le persone che scelgono di essere felici. Non è banale o semplicistico come diciamo che sia. La felicità è come ci approcciamo alla vita e come decidiamo di dare valore alla vita e trascende da dove siamo e da quello che abbiamo. È fatta da persone con le quali condividiamo la vita e dai sogni che abbiamo.